10/03/24

Richiesta Monitoraggio urgente di PM2.5 allo Scalo

Richiesta monitoraggio ARPA delle PM2.5 per Frosinone Scalo: Un appello alle istituzioni e residenti dello Scalo.



 Alla cortese attenzione di:

-         Sig. Sindaco Mastrangeli, in qualità di massima autorità sanitaria locale;

-         Commissione Sanità;

-         Giunta Comunale di Frosinone;

e, p.c. Cittadini tutti ed in particolare ai residenti dello Scalo.

 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), autorità delle Nazioni Unite, incaricata di gestire e coordinare il settore della salute, riconosce nell’inquinamento atmosferico e le PM2.5 in particolare, tra i più gravi fattori di rischio ambientale per la salute umana, causa di ictus, cancro ai polmoni, malattie respiratorie croniche ed acute. Essa elabora e produce le linee guida per la qualità dell’aria che raccomandano limiti di esposizione ai principali inquinanti atmosferici. Nel 2005, l'OMS stabiliva, a protezione della salute umana, un limite del valore medio annuo del particolato fine di 10µg/m3 per le PM2.5. Tuttavia, nel 2021, a seguito di nuovi studi e ulteriori prove scientifiche raccolte sulla pericolosità e sui rischi associati a questo inquinante, ha ridotto il valore di soglia raccomandato riducendolo a 5µg/m3.


La legislazione italiana in linea con gli standard imposti dalla direttiva europea sulla qualità dell'aria, ha fissato il limite del valore medio annuo del PM2.5 a 25µg/m3, notevolmente superiore a quello raccomandato dall’OMS. Tuttavia, di recente, l’Unione Europea ha adottato limiti più stringenti riducendo il valore limite medio annuo, da 25 a 10µg/m3 che è molto più vicino alle indicazioni dell’OMS. La Commissione Europea riconosce altresì il diritto dei cittadini europei ad essere informati e ad essere risarciti in caso di danni alla salute causati da violazioni degli standard sulla qualità dell'aria. L’accordo UE sulla nuova direttiva per la qualità dell’aria è stata definita una buona notizia per un Paese come l’Italia che conta 47mila decessi prematuri all’anno per il PM2.5 su un totale europeo di 253mila.

Nel 2023 Frosinone è stata una città da primato, guadagnando la prima posizione nella classifica italiana per la peggiore qualità dell’aria. In città ci sono due stazioni di rilevamento Arpa delle polveri sottili, una in Viale Mazzini e l'altra a Frosinone Scalo. Tuttavia quest’ultima, quella che segnando 70 giorni di sforamenti delle PM10, pari al doppio del limite consentito, ci ha fatto guadagnare il podio, non misura il PM2.5 che è considerato il più pericoloso non solo dall'OMS, ma anche dall'Agenzia Europea dell'Ambiente, che lo definisce “la sostanza inquinante più dannosa per la nostra salute”.

Sulla scorta dei valori del PM2.5 rilevati della centralina ARPA di Viale Mazzini e considerando la pericolosità che viene attribuita a questo inquinante, la letteratura scientifica riconosce una stretta correlazione tra la presenza di PM10 e PM2.5, per cui non si può non essere preoccupati e dormire sonni tranquilli.


Considerando i valori medi delle PM10 misurati da Arpa a Frosinone Scalo, più elevati, rispetto a quelli di Viale Mazzini, si può dedurre che allo Scalo anche le PM2.5, sebbene non monitorate, siano ancora più elevate. Da stime che abbiamo ricavato su dati ARPA, si potrebbe dedurre, in un confronto proporzionale tra le PM10 di viale Mazzini e quelle di Scalo, che il valore medio annuo di PM2.5 allo Scalo sia pari a 21 µg/m3. Ma il dato reale ed ufficiale, per mancanza dello strumento di misurazione, non è disponibile e potrebbe essere persino peggiore ma non ci è dato saperlo.


Riteniamo che, in futuro, solo un campionatore ARPA del particolato fine PM2.5 installato nella centralina di rilevamento di via Puccini potrà fornire dati certi. È diritto dei cittadini, a propria tutela, sulla qualità dell’aria che respirano, come ribadisce anche la nuova direttiva europea, essere informati e consapevoli. Non è solo il biodigestore che ci preoccupa, ma anche l'effetto che potrebbe avere sulle polveri sottili. Se l’impianto venisse malauguratamente approvato, ciò porterebbe un aggravio del traffico sulla SR156 con il passaggio, per 312 giorni l’anno, di mezzi pesanti, pari a 6.492 viaggi anno, nel tratto via Valle Fioretta/via Selvotta, a meno di 400 metri dalla centralina ARPA di Frosinone Scalo. Siamo consapevoli della presenza di numerosi plessi scolastici nella stessa zona, inclusa Corso Lazio, dove bambini e ragazzi trascorrono gran parte del loro tempo ogni giorno. I residenti sono a conoscenza del progetto?

Abbiamo assistito ad una campagna elettorale con aspre polemiche sull’inquinamento e la salute. Non abbiamo ancora visto azioni concrete per il biodigestore. Ce ne aspettiamo adesso, per il monitoraggio della qualità dell’aria.

Chiediamo al Sindaco Mastrangeli, nella sua veste di massima autorità sanitaria locale, alla Commissione Sanità ed a tutta la Giunta Comunale di Frosinone di attivarsi con urgenza per ottenere dalla Regione Lazio, il rilevamento del PM2.5 a Frosinone Scalo.

Segnaliamo alla cittadinanza che, a tal proposito, è stata aperta una petizione su Change.org denominata “Chiediamo monitoraggio PM2.​5 allo Scaloche vi invitiamo a sottoscrivere, utilizzando questo link: https://chng.it/yDGNqLD9Y8

Vi invitiamo a sostenere, tutti insieme questa causa. Potrebbe essere uno dei modi, per non restare nella cronaca nazionale, solo per evidenze negative.

 

Comitato No biodigestore a Frosinone - Valle del Sacco

 

Frosinone, 12 marzo 2024

 


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Qualche riflessione:


- Perché il sindaco, autorità sanitaria della città, non chiede il monitoraggio delle PM2.5 allo Scalo,  con centralina mobile provvisoria, come fanno in altri comuni?



- A Frosinone - Valle del Sacco, siamo al capolinea.
Non bisognerà più consentire alcun GENERATORE DI INQUINANTI ma combatterli. Chi non lo farà dovrà ritenersi complice, per non aver collaborato ad evitare morti e malati.

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04/03/24

Frosinone, lo smog fa male: effetti collaterali delle polveri sottili nella città più inquinata d’Italia

"Se il Comune di Frosinone volesse impedire veramente l’autorizzazione del biodigestore, proposto non per il bene del territorio, dovrebbe agire in modo trasparente"


Comunicato stampa 4 marzo 2024

Frosinone, lo smog fa male: effetti collaterali delle polveri sottili nella città più inquinata d’Italia


Non ci sorprende l’ulteriore sollecito dello scorso 7 febbraio 2024 della società Maestrale per l’ottenimento dell’autorizzazione alla costruzione di un biodigestore, in prossimità del quartiere Corso Lazio e Scalo per la produzione di biometano, derivante dal trattamento di 50.000 tonnellate l’anno di rifiuti umidi (FORSU).
Non ci sorprende affatto, visto che l’iter di valutazione di impatto ambientale (VIA) del progetto risulta ancora pendente, dal momento che né d’ufficio la Regione Lazio, né l’Amministrazione comunale Mastrangeli hanno presentato richiesta di archiviazione del procedimento, atto dovuto in quanto sono più che scaduti i termini di approvazione della VIA.
Per ragioni esattamente opposte a quelle della società, questo Coordinamento ha invece reiterato richiesta di archiviazione per ben tre volte, evidenziando inoltre ai cittadini che l’Amministrazione comunale ha di fatto rinunciato anche ad esprimere il parere di compatibilità territoriale dell’impianto. Un parere che è stato sollecitato dalla Regione Lazio fin dal luglio 2023, ovvero con un ampio margine di tempo concesso all’inadempiente Amministrazione comunale, che avrebbe potuto diversamente introdurre in atti elementi di precauzione e protezione dell’Ambiente, della Sicurezza e della Salute dei cittadini.
Sono interventi essenziali che, per ruoli, funzioni e competenze, spettano al Comune, soprattutto in un comune come Frosinone, che viceversa ha scalato senza tutele tutte le classifiche negative sulla qualità dell’aria.

Ed ecco così che l’approvazione del progetto, con carenza d’istruttoria e inadempienze della amministrazione comunale, si fa sempre più vicina.
Tale sventurata ipotesi troverebbe conferma nella prospettiva di voler avviare indagini conoscitive sullo stato di salute dei residenti “per acquisire i dati sanitari relativi il prima e il malaugurato dopo insediamento del biodigestore”.
L’indagine, volontaristica ed effettuata da soggetto privato, è irrilevante per il procedimento autorizzativo in corso e, in una confusione di ruoli e competenze, di nessun ausilio al corretto iter procedurale. A tal proposito giova invece evidenziare come di recente siano stati resi pubblici gli esiti – disastrosi ed allarmanti – del nuovo studio epidemiologico del programma regionale Eras Lazio sulla popolazione che vive vicino ad impianti di trattamento dei rifiuti. Anche questo terzo studio, nell’esaminare la situazione di 9 discariche laziali, non prende in considerazione quella di Frosinone. Al momento non conosciamo i motivi di tale esclusione e lo vorremmo sapere dall’Amministrazione comunale.
Del resto, come appena richiamato e più volte ribadito, innumerevoli studi ufficiali, condotti dal Ministero della Salute e dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, offrono risultati inequivocabili sulla condizione sanitaria della popolazione di Frosinone e solo i risultati del monitoraggio Arpa Lazio delle polveri sottili attestano la qualità dell’aria allo Scalo, che già senza l’incremento dato dall’impianto di cui trattasi “regala” a Frosinone il primato di città più inquinata d’Italia.
Prevale il convincimento che il Sindaco, in qualità di prima autorità sanitaria del territorio, e i consiglieri comunali, che condividono la responsabilità della salute dei concittadini, continuino a non occuparsene e a omettere di assumere gli atti dovuti per legge e compresi nel ruolo decisionale affidato loro dagli elettori. Tali azioni sono le sole in grado di influire sul destino del procedimento.
Se questa Amministrazione Comunale volesse impedire veramente l’autorizzazione del biodigestore, proposto certo non per il bene del nostro territorio, dovrebbe agire in modo trasparente, esercitando correttamente il proprio ruolo di responsabilità a tutela della cosa pubblica, senza cercare con inutili espedienti di “mettere la polvere sotto al tappeto”.
A Frosinone di polveri ce ne sono già a sufficienza.



- Coordinamento del Comitato NO biodigestore Frosinone – Valle del Sacco
- Comitato residenti Colleferro
- Cittadini della Valle del Sacco, Sgurgola-Anagni.


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Bisogna evitare di creare dissapori tra quartieri ma lavorare uniti per la città.

  Il problema del traffico e dell'inquinamento in città non deve trasformarsi in una battaglia tra poveri.  Dipenderà da noi. È noto che...