Revocato il fermo lavori della 4^ linea dell’inceneritore di Acea Ambiente a San Vittore del Lazio.
La notizia non ci coglie di sorpresa, perché la Regione Lazio, con un piano rifiuti 2020-2025 ormai in scadenza, ha mantenuto la stessa vecchia strategia di smaltimento – inceneritori e discariche – puntando su nuova impiantistica: potenziamento di San Vittore e un nuovo inceneritore ad Albano per bruciare la monnezza di Roma e non solo, proprio in una fase in cui il nostro Paese avrebbe invece urgente bisogno di recuperare materie prime anziché distruggerle.
Apprendiamo infatti che riprenderanno i lavori per la realizzazione della 4^ linea dell’impianto di proprietà di Acea.
Il 18 marzo la Soprintendenza archeologica di Frosinone e Latina ha notificato il provvedimento di revoca del fermo dei lavori, con alcune prescrizioni.
La decisione è stata presa in quanto “non sono emersi indizi concreti e incontrovertibili di danneggiamenti dovuti agli scassi, palificazioni e altri lavori di scavo sinora effettuati nell’area della quarta linea”.
Nel frattempo, le (insufficienti e non sempre efficienti) centraline di monitoraggio di Arpa Lazio hanno certificato che i livelli di polveri sottili nei primi 80 giorni dell’anno, in un’area che comprende la Valle del Sacco e oltre, da Colleferro fino a San Vittore, passando per Frosinone, Ceccano e Cassino, sono fuori controllo.
Alcune centraline hanno già superato i limiti annuali imposti per le PM10. Non è questo che ci “chiede” l’Europa.
Considerando l’immobilismo delle amministrazioni locali e le autorizzazioni per la messa in esercizio di nuovi impianti ad alto impatto ambientale da parte della Regione Lazio è facile prevedere che il 2025 regalerà, per il terzo anno consecutivo, agli abitanti della provincia di Frosinone il “privilegio” di vivere nella zona più inquinata d’Italia, in una delle aree più compromesse d’Europa.