26/01/25

QUEGLI INVESTIMENTI DELLA REGIONE LAZIO NELLA VALLE DEL SACCO...


Quegli investimenti della Regione Lazio nella Valle del Sacco, per la Hydrogen Valley di Patrica e, per una energia che pulita proprio non è...!

Nel novembre 2024, la Giunta regionale ha approvato una delibera passata quasi sotto silenzio per promuovere investimenti strategici finalizzati alla produzione di idrogeno “verde” nelle aree industriali dismesse del territorio regionale, stanziando 8 milioni di €, che si aggiungono ai 17 milioni già disponibili, per coprire integralmente i costi del progetto “Helios” nel Comune di Patrica (FR) e l’Indeco Green Hydrogen Hub nel Comune di Borgo Montello (LT), mentre l’impianto “H2-Civitavecchia”, classificatosi primo in graduatoria, era stato già finanziato.

Come noto, l’unico idrogeno a basse emissioni è quello cosiddetto “verde”, prodotto cioè a partire da un processo di elettrolisi alimentato con energie rinnovabili. L’idrogeno prodotto da gas, carbone e petrolio ha invece emissioni importanti ed è anche meno efficiente. Secondo un dossier della Cassa dei Depositi francese (ottobre 2024) [bit.ly/40nxEE8, bit.ly/3WzFZDH] solo l’1% della produzione globale di idrogeno è prodotto con tecniche a basse emissioni di carbonio: il resto è tutto idrogeno sporco. Non solo. La quasi totalità dell’idrogeno, il 99,9%, viene paradossalmente utilizzato come materia prima o reagente con un impiego predominante nell’industria petrolifera e chimica e nei processi di raffinazione del greggio. Tutti gli altri usi - quelli in teoria interessanti in termini ecologici, come carburante e accumulo di energia elettrica - sono appena lo 0,1% del totale.

In questo contesto va osservato che il piano europeo REPowerEU, finanziato dall’Unione europea con 20 miliardi €, punta a incrementare la produzione di biometano, considerandolo forma di energia rinnovabile.

Nell’Avviso di Manifestazione di Interesse del Consorzio Industriale del Lazio (ASI) del 2022 [bit.ly/4aE0BR2] per la nascita di una Hydrogen Valley nell’area consortile di Frosinone (area ex-Siporex di Patrica) si legge: “Una seconda fase di sviluppo [del progetto] prevedrà l’assegnazione di ulteriori lotti destinati alla realizzazione di un biodigestore per la produzione di biometano". Evidenza negata dal dottor Luca Parola, rappresentate di Engie, la società di investimento partner nel progetto del Consorzio ASI insieme alla Società Gasdotti Italia e all’Università di Cassino, che nel Consiglio comunale di Patrica del 5 febbraio 2024 [bit.ly/40M44JJ] affermava: "Non ci sarà nessun biodigestore, io non so quella parola dov'è uscita, se è un refuso" e che su nostra obiezione durante la seduta puntualizzava che il progetto “non prevede nessun biodigestore in nessuna fase due, in nessuna fase tre, in nessuna fase cinque”.

In quel Consiglio Comunale nessuno dei rappresentanti dei Comuni limitrofi a Patrica era presente. Brillava in particolare l’assenza dell'assessore all'ambiente della giunta Caligiore del Comune di Ceccano, attualmente dimissionaria, ma già allora in altre faccende affaccendata, vicina al presidente della regione Lazio, nonché accesa sostenitrice, con memorabile banchetto lungo il fiume Sacco, dell'energia rinnovabile. Scontata invece l’assenza dell’assessore all’ambiente del Comune di Frosinone, nonostante le promesse elettorali fatte in tema di salute e ambiente in campagna elettorale, evidentemente impegnato nell’aspra battaglia (tutta da dimostrare) contro le polveri sottili. Massiccia la presenza delle associazioni del territorio con qualche defezione strategica, Legambiente non pervenuta. E mentre il Sindaco Fiordaliso in quella sede si dichiarava non contrario per principio alla tecnologia, poi a novembre 2024, all’arrivo dei finanziamenti della Regione Lazio, ha scoperto l’importanza di individuare nuove fonti di produzione di energia rinnovabile, sostenendo che l’idrogeno “verde" rappresenta una risorsa fondamentale per la creazione di un modello virtuoso di sostenibilità ambientale.

Quello che sappiamo è che l’idrogeno non è una energia pulita, che il parco fotovoltaico “Helios” nell’area consortile ex-Siporex di Patrica sarà in grado di alimentare solo il 50% delle necessità, per la produzione di idrogeno e che Engie, come prospettato dal proprio scenario, per la decarbonizzazione, intende “massimizzare il potenziale del biometano, attivando tutte le leve disponibili.

Secondo il dossier della Cassa dei Depositi francese quasi tutti i 100 milioni di tonnellate di idrogeno prodotti oggi nel mondo sono generati da combustibili fossili (gas naturale, carbone e petrolio), con tecniche inquinanti (meno dell’1% infatti è la quota di idrogeno prodotto con tecniche a basse emissioni di carbonio), mentre il 99% dell’idrogeno prodotto è consumato dalle industrie ad alto rischio ambientale, non certo per scopi ecologici.

Sappiamo inoltre che questo dossier della Cassa e Depositi francese non è “sfuggito” solo alla Regione Lazio ma anche a tutti gli Amministratori dei Comuni interessati che al solito cambiano idea o non sanno.

Gli investimenti della Regione Lazio nella Valle del Sacco, destinati alla Hydrogen Valley di Patrica, e la scarsa attivazione degli amministratori locali e delle realtà ambientaliste e sociali (in letargo), sollevano numerosi interrogativi, in particolare riguardo alla sostenibilità dell'energia prodotta, al futuro del territorio e al modello di sviluppo proposto, che continua ad escludere la partecipazione delle comunità locali.

 

Frosinone 26 Gennaio 2025

 

Il coordinamento di:

- Comitato No Biodigestore a Frosinone – Valle del Sacco
- Comitato residenti Colleferro
- Cittadini della Valle del Sacco Sgurgola - Anagni
- Blog Frosinone Bella e Brutta


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Comunicato stampa del 30 gennaio 2025


La politica italiana e l’arte di assecondare le multinazionali:

il caso della Hydrogen Valley nella Valle del Sacco

 

Se ci fosse un premio per la capacità di piegarsi con eleganza alle esigenze delle multinazionali, la politica italiana lo vincerebbe a mani basse. Con anni di esperienza nella danza diplomatica, che spazia dal tango con le aziende petrolifere al valzer con i giganti del tech, il nostro Paese ha affinato un talento unico: trasformare ogni promessa di sostenibilità in una gigantesca opportunità di speculazione.

L’ultimo atto di questa tragicommedia si sta consumando nella Valle del Sacco, dove un progetto che sembrava un sogno “verde” si sta trasformando in un incubo fosforescente. Parliamo della Hydrogen Valley, una delle tante iniziative nate sotto il segno del nuovo deal ecologico, ma attenzione: non lasciamoci ingannare dal nome! Qui di ecologico c’è solo il packaging, mentre il contenuto è l’ennesimo gioco di prestigio per arricchire chi già comanda, a discapito di chi sperava in un futuro più pulito.

L’idrogeno della discordia

L’idea, sulla carta, è brillante: produrre idrogeno, il carburante del futuro, e contribuire alla transizione energetica. Ma chi ci assicura che l’idrogeno prodotto in questa valle sarà destinato a ridurre le emissioni delle auto elettriche, a far volare droni alimentati da energia rinnovabile o a riscaldare le case con tecnologie all’avanguardia? Non sarà che questo idrogeno è già destinato a tutt’altri usi, probabilmente meno ecologici e più… speculativi?

La politica, come sempre, è pronta a vendere il progetto come un successo epocale. E poco importa se chi è coinvolto ha un curriculum che farebbe rabbrividire anche il più disilluso degli ambientalisti. Dopo tutto, la coerenza è un optional nel manuale della governance italiana.

Cambiare pelle per non cambiare nulla

La vera maestria delle multinazionali sta nel loro straordinario mimetismo. Oggi paladine della sostenibilità, ieri estrattori senza scrupoli, queste aziende sanno come cavalcare l’onda del momento. Greenwashing? No, qui siamo a un livello superiore: il “green-dressage”, dove si fa credere al pubblico di correre verso un futuro sostenibile mentre si galoppa sul sentiero della massimizzazione dei profitti.

Non è un caso che la Hydrogen Valley della Valle del Sacco sia già al centro di polemiche. Gli ambientalisti puri accusano il progetto di essere l’ennesima scusa per ottenere finanziamenti pubblici senza un reale beneficio per la comunità o per l’ambiente. Gli stessi cittadini che per decenni hanno subito le conseguenze di un inquinamento industriale devastante ora si ritrovano di fronte a un progetto che rischia di perpetuare le stesse logiche speculative.

Politica e multinazionali: un amore senza fine

E la politica? Beh, la politica osserva, ammicca e firma. Perché resistere al fascino di un progetto che promette investimenti miliardari e posti di lavoro, anche se i numeri spesso non reggono al vaglio di una calcolatrice? Le grandi parole sullo sviluppo sostenibile e sull’innovazione sono ottimi slogan per le campagne elettorali, ma nella realtà spesso si traducono in concessioni generose e in una totale assenza di controllo.

Nel frattempo, chi paga il prezzo di questo ennesimo balletto tra interessi privati e pubblici è, come sempre, la comunità locale. Quella stessa comunità che, tra discariche abbandonate e falde acquifere contaminate, aspettava risposte concrete per un futuro diverso. Un futuro che, a quanto pare, continua a essere rinviato a data da destinarsi.

Sogni verdi, realtà grigia

La Hydrogen Valley della Valle del Sacco è il simbolo perfetto della nostra epoca: un progetto che incarna la distanza siderale tra le promesse della politica e la dura realtà dei fatti. Forse, invece di continuare a rincorrere le multinazionali, sarebbe il caso di tornare a pensare a soluzioni davvero sostenibili, che mettano al centro le persone e il territorio. Ma questo, si sa, è un sogno troppo grande per chi ha già deciso di accontentarsi di un posto in platea nel teatro della speculazione globale.

 

Per un approfondimento vai al link del blog del Comitato https://bit.ly/4hhBgic

 

Frosinone 30.01.2025

 

 Il coordinamento di:

- Comitato No Biodigestore a Frosinone – Valle del Sacco

- Comitato residenti Colleferro

- Cittadini della Valle del Sacco Sgurgola - Anagni

- Blog Frosinone Bella e Brutta


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Di seguito gli organi di stampa che collaborano alla diffusione dei nostri comunicati:

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