27/04/24

Cresce la protesta contro il biodigestore. Si costituisce il COMITATO PER LA TUTELA DELLA SALUTE E TERRITORIO SELVA DEI MULI FROSINONE


Si costituisce il COMITATO PER LA TUTELA DELLA SALUTE E TERRITORIO SELVA DEI MULI FROSINONE


Il 22 aprile scorso, si è ufficialmente costituito il “COMITATO PER LA TUTELA DELLA SALUTE E TERRITORIO SELVA DEI MULI FROSINONE”, a cura di cittadini di Frosinone residenti nel territorio di Selva dei Muli, Lestre del Cerro, Selvotta, Selva Casarino, Zona Scalo, Corso Lazio.

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In bocca al lupo

Il Comitato No biodigestori a Frosinone - Valle del Sacco ha accolto con soddisfazione la notizia della costituzione del nuovo Comitato per la tutela della salute e territorio Selva dei Muli.

Un altro sano esempio di cittadinanza attiva che si unisce e si mobilità per difendere il proprio territorio dai ripetuti e continui attacchi all'ambiente, già abbondantemente danneggiato, dalle repentine ed insane attività esistenti. 

Mentre gli organi competenti, dal Ministero della Salute, passando per ISS, Dep Lazio, ISPRA e ARPA certificano i danni sanitari causati sugli abitanti dallo stato di contaminazione del SIN della Valle del Sacco, Regione Lazio e amministrazioni locali non se ne fanno carico con azioni coerenti e conseguenti.

Siamo disponibili ad unire le forze e collaborare, in una rete di cittadini, comitati ed associazioni, per il comune obiettivo: 

difendere la salute dei cittadini ed informarli, ostacolando la nascita di ulteriori fonti inquinanti.

Nessun impegno è gravoso se il fine è il bene della nostra comunità, che ci vedrà condividere con voi l’obiettivo di un futuro migliore per i nostri giovani.

Buon lavoro dal Coordinamento:

- Comitato NO biodigestore Frosinone - Valle del Sacco
- Comitato residenti Colleferro
- Cittadini della valle del Sacco Sgurgola-Anagni

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Cosa c'è di importante nell'area di

Selva dei Muli


INOLTRE....
​L'area di Selva dei Muli nel terzo millennio A. C. era sede di un insediamento dell’Eneolitico. Durante gli scavi per l'interporto è emerso un villaggio, uno dei più grandi del centro Italia. Del villaggio però non resta che una pubblicazione scientifica di Manuela Cerqua (*) nella quale, peraltro, lo si definisce in questi termini: “L'insediamento si impone nel panorama di questo contesto geografico e culturale per la sua eccezionale estensione (circa 8 ha) e per la presenza di un importante opera difensiva perimetrale costituita da un fossato e da una triplice palizzata. La funzione difensiva di queste strutture appare inconfutabile e al momento sembra non trovare eguali nella penisola italiana”. Eppure, nel Museo Archeologico di Frosinone sono conservati solo i materiali di uno scavo precedente, condotto nel 1981 da Italo Biddittu. Ma non solo, nel corso degli scavi per l'interporto, finanziati dalla stessa società, è emersa <<una struttura in opera quadrata in grandi blocchi di tufo>> di epoca romana repubblicana. Forse una villa. Ma anche di questa struttura non si è saputo più nulla.
(R.C.) Editoriale Ciociaria Oggi




...e molto ancora di storico.

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𝕍𝕒𝕝𝕝𝕖 𝕕𝕖𝕝 𝕊𝕒𝕔𝕔𝕠, 𝕝𝕒 𝕤𝕡𝕖𝕔𝕦𝕝𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕤𝕚 𝕗𝕖𝕣𝕞𝕒

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