Mortalitร ,
ospedalizzazioni in eccesso e infertilitร maschile, peggiore di quella della
Terra dei Fuochi. Nella valle del Sacco si parla solo di riperimetrazione del
SIN senza dare informazioni, trasparenza e soluzioni, mentre la sanitร
locale tracolla.
Solo nell’aprile del 2022, dopo 7
anni, con il progetto INDACO รจ partita la nuova fase di sorveglianza
epidemiologica dei cittadini a sostanze chimiche ed inquinanti, coordinata dal
Dipartimento di epidemiologia del Sistema Sanitario Regionale del Lazio (DEP
Lazio), dedicata alla popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale
(SIN) valle del Sacco.
L’indagine epidemiologica era
prevista dall’Accordo di Programma del marzo 2019, tra Ministero dell’Ambiente
e Regione Lazio, per la messa in sicurezza e bonifica del SIN, insieme alle
attivitร di caratterizzazione, da concludersi nel dicembre del 2023. Invece l’avvio
dell’Accordo รจ slittato di altri 3 anni. Per il suo finanziamento sono stati
stanziati 960 mila euro, nell’ambito di una spesa complessiva di 53 milioni e
600 mila euro.
Nello scorso giugno il DEP Lazio, ha illustrato, prima a Frosinone e poi a Colleferro, in un incontro pubblico, il progetto INDACO, anticipando gli esiti iniziali del biomonitoraggio umano in corso e ipotizzando la pubblicazione delle prime analisi, condotte per 2 anni su un campione di 1.200 residenti nei 19 Comuni del SIN, alla fine di ottobre 2023.
Ad oggi constatiamo, nel silenzio degli
Enti competenti, la mancanza di riscontri e per averne abbiamo scritto a DEP,
chiedendo chiarimenti sulla ricerca e sulla data di presentazione dei risultati,
che ci risulterebbero essere stati illustrati nella Commissione regionale Sanitร
nello scorso autunno. Al momento al DEP non รจ sembrato doveroso inviarci
risposte.
Il disastro ambientale del 2005
Lo stato di emergenza socio-economico-ambientale
della valle del Sacco inizia nel 2005 con il ritrovamento di elevati livelli di
beta-esaclorocicloesano (ฮฒ-HCH) in campioni di latte crudo e su foraggi
prelevati in alcune aziende agricole del comprensorio di Colleferro (Roma). Da
quella data sono stati portati a termine 2 studi di biomonitoraggio umano della
popolazione (2010-2013 e 2013-2015). Nell’ultimo, il DEP concludeva che: “La
contaminazione del fiume Sacco rimane un disastro ambientale di proporzioni
notevoli che ha comportato una contaminazione umana di sostanze organiche
persistenti” con “implicazioni etiche, politiche e sociali di livello
nazionale. Le autoritร locali hanno il dovere di informare la popolazione, di
salvaguardarne la salute [...], di offrire l’assistenza sanitaria adeguata, e
di garantire un continuo monitoraggio epidemiologico e sanitario” unitamente
“ad un impegno istituzionale coerente per il risanamento ambientale”.
La falsa ri-partenza della Regione Lazio e i problemi di comunicazione
Nonostante tali stringenti raccomandazioni,
tuttavia, il 3° programma di sorveglianza sanitaria (aprile 2022) รจ stato avviato
dalla Regione con notevole ritardo, mentre altre Istituzioni rendevano note pubblicazioni
scientifiche, che hanno destato maggiori preoccupazioni.
Tra queste ricordiamo la ricerca del
dott. Luigi Montano del 2021, con la partecipazione di un importante
partenariato (composto dall’ASL di Salerno, l’Istituto Superiore di Sanitร , le
Universitร di Brescia, Milano, Napoli Federico II, il CNR e l’ENEA), sull’infertilitร
maschile che ha evidenziato l’esistenza di rilevanti rischi riproduttivi nella
popolazione giovane sana della valle del Sacco, persino peggiori di quelli riscontrati
nella Terra dei Fuochi. E nel 2023, il VI rapporto Sentieri, promosso e
finanziato dal Ministero della Salute (2013-2017), ha documentato l’esistenza
di eccessi di mortalitร e di ospedalizzazioni nelle sottoclassi di etร della
popolazione, soprattutto infantile.
ร la popolazione giovane di questa
terra che subirร di piรน, ora e nel prossimo futuro, le conseguenze
dell’inquinamento ambientale e della mancata bonifica, che al momento non รจ
nemmeno sulla carta.
Per contro, nel luglio 2023,
proprio a ridosso di tavoli confindustriali convocati per valutare la
riperimetrazione del SIN proposta da Zingaretti, ancora prima che ci
fossero dati definitivi sulla riduzione dello stato di contaminazione umana, la
stampa pubblicava “continuano a calare le concentrazioni di ฮฒ-HCH nel sangue
dei cittadini dei 19 Comuni”, in aperto contrasto con quanto accertato da
studi scientifici, che dimostrano come il ฮฒ-HCH permane nell’organismo umano.
Fraintendimento derivato da quanto riferito nel convegno dal DEP, secondo cui “l'analisi
preliminare di 548 campioni (su un totale di 800-1200 ndr) ha
evidenziato una riduzione della concentrazione di ฮฒ-HCH nel sangue dei residenti
in tutti i Comuni del SIN”.
Sarebbero stati oggetto di
manipolazione mediatica anche gli indicatori di salute dei residenti nel SIN, che,
pubblicati sul sito del progetto INDACO, forniscono un quadro numerico
articolato rispetto alla media regionale, utilizzando i dati di Open Salute
Lazio. Al riguardo, un noto commentatore scriveva “i dati di Indaco dicono
che le malattie riscontrate nella Valle del Sacco sono quasi tutte in linea con
la media delle altre aree del Lazio. Allora รจ una Valle inquinata e non una Valle
dei veleni?". Grazie del punto interrogativo.
I dati sul sito di INDACO
Siamo allora andati a verificare i
risultati degli indicatori pubblicati dal DEP sul sito INDACO, dati di
ospedalizzazione, mortalitร per causa, incidenza di tumori. Abbiamo constatato
come, ad esempio, per il Comune di Frosinone rispetto alla media registrata
nella Regione Lazio, per i residenti nel Comune capoluogo la frequenza di
ospedalizzazione per BPCO รจ del 51% superiore per i maschi e del 32% per le
femmine. L’ospedalizzazione per tutte le patologie registra un rischio relativo
in eccesso del 6% per i maschi e del 5% per le femmine, quella per tumori
maligni (tutti i tumori) รจ pari all’8% per i maschi e al 9% per le femmine.
Nel periodo 2010-2019 il tasso di
incidenza dei tumori maligni (tutti i tumori) mostra un rischio relativo in
eccesso dell’8% per i maschi e del 7% per le femmine. Percentuali queste non
“in linea con la media regionale”. Gli indicatori sul rischio relativo
di mortalitร per causa non coerenti con quelli di ospedalizzazione e di
incidenza dei tumori, ci fanno dubitare che includano coloro che sono presi in
carico da strutture romane.
L’enorme mole di dati prodotti, non
essendo stata accompagnata da alcuna descrizione analitica da parte del DEP, si
smarriscono e si mescolano in un gran calderone perdendo peso, valore e
significato, offrendo, per il modo in cui sono esposti, facilmente il destro ad
interpretazioni strumentali.
Con un comunicato di alcuni giorni
fa Unindustria, lamentando ritardi e inadempienze dell’Amministrazione
regionale, ha sollecitato la riperimetrazione del SIN senza spendere una parola
circa la verifica dello stato di salute della popolazione, interessata
evidentemente solo allo sfruttamento economico del territorio ma non alle
malattie che l’inquinamento comporta.
Resta da chiarire anche un altro
aspetto riguardante la riperimetrazione del SIN. In epidemiologia ambientale,
per valutare l’associazione tra esposizione ad inquinanti ed effetti sulla
salute, si ricorre ad una analisi di coorte, studio osservazionale su un gruppo
di persone (una coorte) per un certo numero di anni. INDACO invece prende in
considerazione solo l’inquinamento atmosferico della Valle del Sacco, che da
anni registra parametri elevati, superiori ai limiti di legge. Come era prevedibile
l’indagine ha registrato stime di rischio positive per quasi tutti gli
inquinanti atmosferici, soprattutto per la mortalitร per cause cardiovascolari,
respiratorie e per tumori maligni. Ci siamo chiesti tuttavia perchรฉ il DEP, in
un territorio con criticitร ambientali eterogenee, abbia condotto una
valutazione sulla mortalitร causa specifica come studio di coorte limitatamente
agli effetti dell’inquinamento atmosferico. Perchรฉ prendere in considerazione
tale fattore, che non รจ attinente alla perimetrazione del SIN, anzichรฉ valutare
le matrici acqua e terra, di cui necessariamente si dovrebbe tenere conto nella
riperimetrazione e di cui si parla da quasi due anni? Domande che abbiamo
rivolto al DEP e che ancora aspettano risposta.
Interlocuzione con il DEP Lazio
Al DEP abbiamo quindi fatto
presente anche il fatto che mancando sul sito di INDACO - finanziato, insieme
all’indagine epidemiologica, per quasi 1 milione di euro - un quadro
complessivo dello stato di salute della popolazione dei Comuni del SIN รจ
praticamente impossibile identificare prioritร e azioni che si intendono
intraprendere per salvaguardarla. Da ciรฒ deriva “involontariamente” una lettura
e una divulgazione strumentale, parziale e distorta dei dati, oltretutto non
smentita o confermata scientificamente dal DEP stesso. D’altro canto la conoscibilitร e leggibilitร delle
informazioni รจ avvertita come esigenza fondamentale per una gestione
democratica delle risorse pubbliche. La scarsa informazione e la poca
trasparenza deve finire e deve avviarsi una seria campagna conoscitiva, visti i
cospicui stanziamenti, andati finora dispersi.
Ci sembra, ancora una volta, che non
sia interesse del decisore politico e degli organi deputati fare chiarezza
sulle conseguenze sanitarie dell’inquinamento della Valle del Sacco sulla
salute pubblica. Ne รจ testimonianza la vistosa assenza di pressochรฉ tutti i Sindaci
ai due incontri organizzati dal DEP, Amministratori fantasma di 19 Comuni
coinvolti nel SIN e responsabili della salute di 244 mila abitanti, ai quali si
vuole forse indicare la strada dell’espatrio o della rassegnazione rispetto al
territorio malato in cui vivono.
Cercasi iniziativa politica
Nessuno a livello politico cerca soluzioni
vere. Una risposta deve intanto venire dal rafforzamento dell’offerta territoriale
dei servizi del SSN, da una costante attivitร di prevenzione e di diagnosi
precoce e da una programmazione certa degli interventi necessari per le patologie
piรน comuni proprie del territorio.
Invece ci toccano il silenzio
colpevole accompagnato, all’occorrenza, da lacrime pubbliche di coccodrillo per
lo piรน in prossimitร delle elezioni.
Siamo da decenni adusi ormai a
questa pratica della politica e dell’arcipelago che gli ruota intorno, ma
fermamente convinti che altri andranno avanti anche dopo di noi.
Frosinone,
4 febbraio 2024
Coordinamento
del Comitato NO biodigestore Frosinone - Valle del Sacco
Comitato
residenti Colleferro
Cittadini
della Valle del Sacco Sgurgola-Anagni
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