𝕍𝕒𝕝𝕝𝕖 𝕕𝕖𝕝 𝕊𝕒𝕔𝕔𝕠, 𝕝𝕒 𝕤𝕡𝕖𝕔𝕦𝕝𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕤𝕚 𝕗𝕖𝕣𝕞𝕒
13/08/24
𝕍𝕒𝕝𝕝𝕖 𝕕𝕖𝕝 𝕊𝕒𝕔𝕔𝕠, 𝕝𝕒 𝕤𝕡𝕖𝕔𝕦𝕝𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕤𝕚 𝕗𝕖𝕣𝕞𝕒
18/07/24
La Rete Nazionale dei Territori, un laboratorio di resistenza.
La lunga battaglia contro il biodigestore da realizzare a Frosinone si è conclusa con un esito positivo, che non era affatto scontato. Dopo più di quattro anni, la Conferenza di servizi si è chiusa con l'archiviazione del progetto, dimostrando che avevamo ragione fin dall'inizio e che abbiamo fatto bene a non mollare.
In tutto questo tempo, abbiamo avuto il privilegio di incontrare una vasta rete di realtà organizzate e motivate, che condividevano la nostra opposizione.
Abbiamo sperimentato giorno per giorno gli enormi vantaggi che derivano dall'unione e dalla collaborazione tra territori.
Una punta avanzata di questa nostra esperienza è stata Maria Grazia Bonfante del Coordinamento Nazionale Terre Nostre, che ci ha supportato con costanza e determinazione nelle decisioni più critiche. Con il suo vasto patrimonio di competenze e relazioni sociali ha messo in moto energie vive a disposizione della causa, affinché ciascuna battaglia, compresa la nostra, potesse diventare la battaglia di tutti.
Ma non poteva mancare un monito per il tempo che verrà di affiancare alla lotta l’urgenza di costruire un progetto ed una proposta politica per il recupero e il rilancio della Valle del Sacco.
Con questo post vogliamo esprimerle la nostra gratitudine, nella convinzione che questa vittoria possa essere di sprone e di esempio di buone pratiche da seguire da parte di quei tanti comitati che ogni giorno lottano contro la speculazione e difendono territori, ambiente, salute e future generazioni. Ricordiamo tra gli altri: i comitati di Saliceti, Massa e Carrara, Govone, Maleo, Sospiro, Pozzaglio, Narni, Gualdo Tadino, Casalselce, Premosello, Faenza, Este, Reggio Emilia, Candela, Villapiana, Pozzallo, Cesano di Roma, Agnadello, Montello, Mantova, San Benedetto Po, Viadana, Calcinato, Carpenedolo, Goito.
Un ringraziamento speciale va anche all’amica Donatella Ibba, presidente del Coordinamento Cittadini del Lazio, sempre pronta ad offrirci soluzioni e a sciogliere nodi nelle questioni giuridiche più intricate durante il procedimento, e a Giorgio Libralato di Pontinia Ecologia, un formidabile "granellino che fa inceppare le macchine da guerra".
Mettiamo a disposizione dei comitati, sentinelle vigili del territorio, la lezione che abbiamo appreso nel nostro percorso e che ci sarà ancora molto utile per i tempi bui che ci attendono.
Il coordinamento di:
- Comitato No Biodigestore a Frosinone – Valle del Sacco
- Comitato residenti Colleferro
- Cittadini della Valle del Sacco Sgurgola - Anagni
- Blog Frosinone Bella e Brutta
14/07/24
10 luglio 2024 una data da non dimenticare! CONTRO IL BIODIGESTORE HANNO VINTO I CITTADINI DELLA VALLE DEL SACCO
10 luglio 2024 una data da non dimenticare!
Nel video alcune dichiarazioni di Ina Camilli e Luciano Bracaglia
del Coordinamento dei Comitati
CONTRO IL BIODIGESTORE HANNO VINTO I CITTADINI DELLA VALLE DEL SACCO
Per i comitati è finita la farsa.
Se fosse una partita di calcio folle di tifosi sarebbero in strada per la straordinaria vittoria riportata oggi dai cittadini della Valle del Sacco nella Conferenza di servizi conclusiva sul progetto per la messa in esercizio di un biodigestore.
Dopo poco più di un’ora la Conferenza si è conclusa con il parere non favorevole e l’archiviazione del procedimento da parte della Regione, che ha negato l'autorizzazione all’esercizio dell’impianto (PAUR) sulla base delle posizioni negative espresse da Amministrazioni, Enti e Autorità convocate.
L’archiviazione formalmente è stata motivata dalla mancata integrazione della documentazione richiesta alla società, nonostante la sollecitazione della Regione, sui risultati del piano di caratterizzazione, in quanto atto non derogabile, in un'area che ricade nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) da bonificare. Non è stata inoltre presentata dalla Maestrale srl idonea documentazione relativa ad opere tecniche, idrauliche e manufatti di scarico di rilevanza provinciale, a tutela dell’inquinamento idrico.
Alla riunione odierna, come nelle precedenti, siamo stati ammessi come uditori, il che ci ha permesso, in questi quattro anni e mezzo, di presentare osservazioni (puntualmente ignorate) e ben 4 richieste di archiviazione del procedimento. Abbiamo depositato atto di diffida, chiesto il ricorso ai poteri sostitutivi e trasmesso segnalazione all'Anac.
L’iter regionale si è rivelato discutibile in più passaggi, tra omissioni, rinvii e proroghe concesse al proponente, oltre i limiti di legge, per dargli modo di sopperire alle carenze progettuali e documentali.
Oggi prendiamo atto che la richiesta di archiviazione del Coordinamento NO Biodigestori - Valle del Sacco era l’unica decisione da prendere ed ancora una volta abbiamo sottolineato come queste forzature da parte della Regione non abbiano tuttavia coinvolto altre Amministrazioni interessate, che hanno dimostrato correttezza e competenza della propria funzione pubblica, svolta nel rispetto delle procedure.
Resta inoltre agli atti che il Sindaco di Frosinone non ha espresso il parere sanitario obbligatorio, con prescrizioni motivate (ai sensi degli artt. 216 e 217 del Regio Decreto 7 luglio 1934, n. 1265 (Testo unico delle leggi sanitarie, richiamati nel Codice ambientale n. 152/2006 all'art. 29-quater e nella Legge comunitaria del 20 novembre 2017, n. 167).
Peraltro, se il Comune voleva incidere sulla decisione finale, avrebbe potuto approvare la variante urbanistica in base alla Direttiva Seveso, di emanazione europea, per la prevenzione e il controllo dei rischi di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose.
Oggi non vinciamo solo una battaglia lunga ed estenuante per la difesa della Valle del Sacco e che abbiamo condotto fino alla fine, nonostante la sproporzione delle forze in campo. Abbiamo trovato molti muri di gomma, omertà, ambiguità, connivenze, indifferenza e superficialità, soprattutto nelle forze politiche e sociali del territorio. Abbiamo però ricevuto anche sostegno e fiducia in quanti hanno creduto che la battaglia andasse portata avanti e li ringraziamo per averci incoraggiato.
Questo Coordinamento consegna alla città una vittoria fatta di impegno costante, portato avanti senza mai abbassare la guardia, impegno ignorato anche da chi, apertamente o silenziosamente, è andato in soccorso delle Amministrazioni procedenti anziché dei cittadini.
Nessuna giustificazione per i soggetti coinvolti, che ci sono sembrati muoversi su un palcoscenico con un gioco delle parti per mistificare e confondere i fatti, ma non di teatro si tratta. Siamo nel bel mezzo del SIN Valle del Sacco, condannato a subire da decenni le conseguenze del disastro ambientale, mentre si continua impunemente ad inquinare non solo i suoli, ma anche le matrici di acque e aria.
Per i suoi Amministratori pubblici, la città di Frosinone merita gli inganni e i raggiri di cui è stata oggetto.
C’è molto da ricostruire, soprattutto a livello di cittadinanza attiva, per non lasciare a questa politica di continuare a compromettere il futuro della nostra comunità, che assisterà ad un drastico peggioramento della qualità della vita, i cui danni sociosanitari ed ambientali emergono da studi di Istituzioni pubbliche, che si preferisce non socializzare troppo.
Ricordiamo che l’impianto era destinato alla produzione di biometano ottenuto dal trattamento anaerobico della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Frosinone, in Via Antonello da Messina 2, da parte della Maestrale srl.
Il biodigestore sarebbe stato alimentato con 50 mila tonnellate di rifiuti umidi l’anno, estensibili da progetto a 90 mila, trasportati su gomma, un quantitativo dieci volte superiore a quello prodotto dalla città di Frosinone, a circa 1 km da Corso Lazio e dell’erigendo ospedale privato.
La società potrà presentare un nuovo progetto dopo ovviamente che il sito sarà stato messo in sicurezza rispetto alle matrici ambientali oggi compromesse.
Frosinone, 10 Luglio 2024
Il Coordinamento:
- Comitato NO biodigestore Frosinone - Valle del Sacco
- Comitato residenti Colleferro
- Cittadini della Valle del Sacco Sgurgola - Anagni
La regione Lazio archivia il Progetto per la costruzione e la messa in esercizio di un impianto di produzione di biometano ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani”, Comune di Frosinone, località Via Antonello da Messina 2 Società proponente: MAESTRALE srl
da: https://regionelazio.app.box.com/v/VIA-111-2019/file/1588254472602
Conferenza di Servizi relativa al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 27-bis parte II del D.Lgs. 152/2006 “Progetto per la costruzione e la messa in esercizio di un impianto di produzione di biometano ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani”, Comune di Frosinone, località Via Antonello da Messina 2 Società proponente: MAESTRALE srl
Il Rappresentante Unico della Provincia di Frosinone, richiamate le note prott. n. 11890/2024 del 03/04/2024, n. 12098/2024 del 04/04/2024 e n. 22350/2024 del 27/06/2024, considerato che il rilascio del titolo richiesto alla Provincia di Frosinone ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. n. 387/03 e ss. mm. ii. è per sua natura condizionato alla valutazione:
- dell’espressione da parte degli Enti Coinvolti alla Conferenza di Servizi di che trattasi, competenti al rilascio di autorizzazioni, concessioni, nulla osta o atti di assenso comunque denominati che confluiscono nel procedimento unico di cui all’Allegato 1 del sopracitato Decreto Ministeriale, entro i termini di conclusione della Conferenza dei Servizi stessa;
- dell’espressione di Verifica di Impatto Ambientale;
richiamato il parere della Provincia di Frosinone prot. n. 23749 del 10/07/2024, tenuto conto di quanto rappresentato nella presente seduta della Conferenza di Servizi, di tutte le numerose criticità ancora in essere nel procedimento di che trattasi e dei pareri espressi e sopra dettagliatamente riportati, la Provincia di Frosinone, stante le proprie competenze in merito all’Autorizzazione Unica ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 387/2003 e ss.mm.ii., esprime parere non favorevole alla realizzazione ed all’esercizio degli interventi di cui all’oggetto.
Dott. Giovanni Turriziani, Maestrale S.r.l.: Preso atto della nota della Provincia di Frosinone con cui viene prodotto proprio diniego, si contesta la stessa richiamando le motivazioni espresse con la nota del 09/07/2024.
Area V.I.A.. Esauriti gli interventi, preso atto dei sopra riportati interventi e di quanto espresso dalle Autorità intervenute nonché dei pareri agli atti della conferenza, l’Autorità procedente per quanto sopra comunicato procederà con l’archiviazione del procedimento e dichiara conclusi i lavori della conferenza di servizi. (PONTINIA ECOLOGIA E TERRITORIO)
09/07/24
I corsari a Frosinone
Oggi, 10 luglio 2024, alle ore 10:30, ci collegheremo online, per seguire la terza Conferenza di servizi decisoria (terza parte) per l’approvazione del biodigestore di Frosinone.
Colpo di scena!
Come era prevedibile, la Società proponente dichiara di “non ritenere legittima la richiesta di avvio e/o addirittura conclusione della caratterizzazione del sito (dove sarà localizzato il biodigestore ndr), prima del rilascio del PAUR” e “chiede il differimento della seduta conclusiva della Conferenza di servizi”.
Ora, la Regione Lazio, per ben due volte dopo il 4 aprile, data della precedente seduta, ha ribadito che deve essere completamente ottemperato tale obbligo e che non potrà procrastinarsi la chiusura della Conferenza.
Ad oggi l’attuazione del Piano di caratterizzazione è “rimasta allo stato attuale, senza alcun riscontro da parte della società.”
Non solo, ma la Maestrale srl ha già usufruito di un rinvio e per legge non può richiederne altri e la Regione non può concederglieli.
Sulla nostra contrarietà al biodigestore troverete questi manifesti affissi per tutta la città.
Il procedimento di approvazione del biodigestore è combattuto e controverso: la verità puzza, c’è un cattivo odore di mancanza di rispetto delle regole e di favoritismi che sostengono gli interessi del privato con ricadute completamente sfavorevoli per la città di Frosinone, che, nel SIN, detiene già il primato nazionale per essere la città più inquinata d’Italia.
Noi del Comitato No Biodigestori a Frosinone - Valle del Sacco, saremo presenti alla seduta.
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10 luglio 2024 una data da non dimenticare!
CONTRO
IL BIODIGESTORE VINCONO I CITTADINI DELLA VALLE DEL SACCO
Per
i comitati è finita la farsa
Se fosse una partita di calcio folle di tifosi sarebbero
in strada per la straordinaria vittoria riportata oggi dai cittadini della Valle
del Sacco nella Conferenza di servizi conclusiva sul progetto per la messa in
esercizio di un biodigestore.
Dopo poco più di un’ora la Conferenza si è
conclusa con il parere non favorevole e l’archiviazione del procedimento da
parte della Regione, che ha negato l'autorizzazione all’esercizio dell’impianto
(PAUR) sulla base delle posizioni negative espresse da Amministrazioni, Enti e
Autorità convocate.
L’archiviazione formalmente è stata motivata
dalla mancata integrazione della documentazione richiesta alla società,
nonostante la sollecitazione della Regione, sui risultati del piano di
caratterizzazione, in quanto atto non derogabile, in un'area che ricade nel Sito
di Interesse Nazionale (SIN) da bonificare. Non è stata inoltre presentata dalla
Maestrale srl idonea documentazione relativa ad opere tecniche, idrauliche e
manufatti di scarico di rilevanza provinciale, a tutela dell’inquinamento
idrico.
Alla riunione odierna, come nelle precedenti,
siamo stati ammessi come uditori, il che ci ha permesso, in questi quattro anni
e mezzo, di presentare osservazioni (puntualmente ignorate) e ben 4 richieste
di archiviazione del procedimento. Abbiamo depositato atto di diffida, chiesto
il ricorso ai poteri sostitutivi e trasmesso segnalazione all'Anac.
L’iter regionale si è rivelato discutibile in più
passaggi, tra omissioni, rinvii e proroghe concesse al proponente, oltre i
limiti di legge, per dargli modo di sopperire alle carenze progettuali e
documentali.
Oggi prendiamo atto che la richiesta di
archiviazione del Coordinamento NO Biodigestori - Valle del Sacco era l’unica
decisione da prendere ed ancora una volta abbiamo sottolineato come queste
forzature da parte della Regione non abbiano tuttavia coinvolto altre
Amministrazioni interessate, che hanno dimostrato correttezza e competenza
della propria funzione pubblica, svolta nel rispetto delle procedure.
Resta inoltre agli atti che il Sindaco di
Frosinone non ha espresso il parere sanitario obbligatorio, con prescrizioni
motivate (ai sensi degli artt. 216 e 217 del Regio Decreto 7 luglio 1934, n.
1265 (Testo unico delle leggi sanitarie, richiamati nel Codice ambientale n.
152/2006 all'art. 29-quater e nella Legge comunitaria del 20 novembre 2017, n.
167).
Peraltro, se il Comune voleva incidere sulla
decisione finale, avrebbe potuto approvare la variante urbanistica in base alla
Direttiva Seveso, di emanazione europea, per la prevenzione e il controllo dei
rischi di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose.
Oggi non vinciamo solo una battaglia lunga ed estenuante
per la difesa della Valle del Sacco e che abbiamo condotto fino alla fine,
nonostante la sproporzione delle forze in campo. Abbiamo trovato molti muri di
gomma, omertà, ambiguità, connivenze, indifferenza e superficialità,
soprattutto nelle forze politiche e sociali del territorio. Abbiamo però
ricevuto anche sostegno e fiducia in quanti hanno creduto che la battaglia
andasse portata avanti e li ringraziamo per averci incoraggiato.
Questo Coordinamento consegna alla città una vittoria
fatta di impegno costante, portato avanti senza mai abbassare la guardia, impegno
ignorato anche da chi, apertamente o silenziosamente, è andato in soccorso
delle Amministrazioni procedenti anziché dei cittadini.
Nessuna giustificazione per i soggetti coinvolti,
che ci sono sembrati muoversi su un palcoscenico con un gioco delle parti per
mistificare e confondere i fatti, ma non di teatro si tratta. Siamo nel bel
mezzo del SIN Valle del Sacco, condannato a subire da decenni le conseguenze
del disastro ambientale, mentre si continua impunemente ad inquinare non solo i
suoli, ma anche le matrici di acque e aria.
Per i suoi Amministratori pubblici, la città di
Frosinone merita gli inganni e i raggiri di cui è stata oggetto.
C’è molto da ricostruire, soprattutto a livello
di cittadinanza attiva, per non lasciare a questa politica di continuare a compromettere
il futuro della nostra comunità, che assisterà ad un drastico peggioramento
della qualità della vita, i cui danni sociosanitari ed ambientali emergono da
studi di Istituzioni pubbliche, che si preferisce non socializzare troppo.
Ricordiamo che l’impianto
era destinato alla produzione di biometano ottenuto dal trattamento anaerobico
della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani nel
Comune di Frosinone, in Via Antonello da Messina 2, da parte della Maestrale
srl.
Il biodigestore sarebbe
stato alimentato con 50 mila tonnellate di rifiuti umidi l’anno, estensibili da
progetto a 90 mila, trasportati su gomma, un quantitativo dieci volte superiore
a quello prodotto dalla città di Frosinone, a circa 1 km da Corso Lazio e
dell’erigendo ospedale privato.
La società potrà
presentare un nuovo progetto dopo ovviamente che il sito sarà stato messo in
sicurezza rispetto alle matrici ambientali oggi compromesse.
Frosinone, 10 Luglio 2024
Il Coordinamento:
-
Comitato NO biodigestore Frosinone - Valle del Sacco
-
Comitato residenti Colleferro
-
Cittadini della Valle del Sacco Sgurgola - Anagni
04/07/24
Autorizzazione del biodigestore di Frosinone
Autorizzazione del biodigestore di Frosinone, in via A. da Messina 2: siamo ai titoli di coda
...compresi i seguenti allegati:
- Relazione_eras2023
https://drive.google.com/file/d/10IgLpo0r72w8g4F3Njon7fL_ryEfO0U5/view?usp=sharing
- INDACO-Rapporto-sorveglianza-e-biomonitoraggio_finale-1
www.progettoindaco.it/wp-content/uploads/2024/05/INDACO-Rapporto-sorveglianza-e-biomonitoraggio_finale-1.pdf
18/06/24
MAMME DA NORD A SUD. Roma, 18 giugno 2024, Camera dei Deputati
28/05/24
BIO-digestore. La politica inquinante sceglie gli affaristi
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Intervista di VISIONE TV ad Ina Camilli
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Dopo una fase di incertezze, la politica sospinta dagli imprenditori ha ripreso l’iniziativa economia e i legionari sono ripartiti all’assalto della Valle del Sacco, alzando il vessillo della riperimetrazione del SIN, per consegnare i territori ai progetti industriali di bio-digestori, fotovoltaico, idrogeno verde, ecc., in antitesi con il senso proprio della bonifica del bacino del fiume Sacco.
In questo contesto gli investimenti pubblici non sono finalizzati alla transizione ecologica ma alla finanziarizzazione dell’economia.
Operazioni dipendenti dai sussidi pubblici, tra incentivi diretti e agevolazioni fiscali che non creano occupazione e ricchezza per la popolazione, calpestando ogni sua aspettativa di ripresa in termini di sviluppo, salute e prosperità economica.
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Il testo dell'articolo in caso non dovesse funzionare il link:
Da quando la società Maestrale srl nel 2019 ha presentato il progetto per la costruzione di un biodigestore anaerobico a Frosinone si è costituito il Comitato che si oppone al rilascio dell’autorizzazione nel procedimento amministrativo in Regione Lazio. I comitati, che si sono attivati nel territorio, denunciano l’assenza di tutele per l’ambiente e la salute umana, ma anche una scarsa informazione e trasparenza politico-amministrativa verso la cittadinanza.
I biodigestori anaerobici sono impianti per il trattamento della Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano (FORSU) e la produzione di biogas da trasformare in biometano e quindi in energia. Il termine “biodigestore” sembra molto rassicurante, bio rimanda alla vita e digestione ad un processo fisiologico e naturale, ma è davvero così?
Abbiamo raccolto le parole di Ina Camilli, attivista locale e componente del Comitato NO Biodigestori a Frosinone-Valle del Sacco sulle criticità dell’impiantistica legata al ciclo dei rifiuti.
Dottoressa Camilli, la storia è lunga e intricata, ma proviamo a ripartire dalle vostre ragioni. Perché i Comitati respingono questo impianto?
Le ragioni che ci vedono contrari a questo progetto non sono ideologiche o pregiudiziali, ma risiedono nella critica che rivolgiamo alla Regione che non pianifica lo sviluppo del territorio, cala le sue decisioni sul territorio, impone dall’alto una volontà politica che non risponde agli interessi di chi lo abita.
In sintesi siamo contrari per l’impatto che impianti insalubri hanno sulla salute pubblica e sull’ambiente.
La Valle del Sacco, classificata come SIN, Sito di Interesse Nazionale, attende da decenni la bonifica dopo il disastro ambientale del 2005 [1]. La Valle continua ad essere sottoposta ad un forte stress ambientale per via degli alti livelli di inquinamento dell’aria, come rilevano tutti i rapporti di Arpa Lazio [2].
Anche l’Ue denuncia la gravità della situazione della Valle del Sacco per inadempienza alle norme ed ai parametri sulla qualità dell’aria. La Valle del Sacco, a causa della sua conformazione orografica (legata ai venti), non riesce a disperdere gli inquinanti, che restano stagnanti al suo interno. Aggiungiamo anche l’elevato transito di mezzi pesanti in entrata e in uscita, che si avrebbe nelle strade che portano al biodigestore e l’inquinamento prodotto dall’alimentazione con caldaia a gasolio dell’impianto che si sommano alle polveri emesse dall’usura dei freni, degli pneumatici ed il sollevamento delle PM al passaggio di mezzi pesanti. L’impianto è causa di un forte inquinamento acustico e di gas maleodoranti. Per non parlare dei pericoli legati al rischio esplosione, in una area sismica, su un terreno vicino ad altri impianti ad alto impatto ambientale e sotto direttiva Seveso III. In questo scenario così critico come si può pensare di introdurre l’ennesimo fattore inquinante?
C’è poi la questione dell’annunciata bonifica della Valle del Sacco mai realizzata.
Sì, la nostra opposizione deriva anche dal fatto che anziché procedere con la bonifica del territorio si va a sovraccaricarlo ancora di più con nuove fonti di inquinamento. La Regione Lazio da un lato promette che avvierà la bonifica e d’altro concede autorizzazioni o avvia processi per autorizzare questo tipo di impianti, non avendo mai redatto un piano sul fabbisogno impiantistico del territorio.
Questo si traduce in una situazione “selvaggia” perché ogni privato ha diritto a presentare un progetto e la Regione è obbligata a valutarlo. Nell’arco di 30 km, tra Frosinone, Anagni, Patrica e Ferentino ci sono 4 nuovi impianti di questo genere autorizzati o che attendono di essere autorizzati.
L’iniziativa economica privata, come previsto dalla Costituzione, è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente e quindi alla dignità umana. Questi basilari principi nel nostro territorio non vengono rispettati perché le lobbies degli speculatori sono molto forti.
Quindi, secondo lei, è per questo che le Istituzioni sono così recalcitranti ad occuparsi della questione?
Ritengo che la Regione Lazio non abbia redatto il documento sul fabbisogno impiantistico per lasciare mano libera ai potenziali “investitori”, in quanto vi è un rapporto di stretta contiguità tra interesse privato degli imprenditori e politica.
Negli anni chi ricopre determinati incarichi pubblici è diventato sempre più imprenditore di sé stesso. La politica non ascolta i cittadini e della sua attività risponde ai partiti e ai finanziatori economici. La politica non viene più prima dell’economia e del profitto, il rapporto si è invertito.
In realtà la politica si occupa dello sviluppo della Valle del Sacco, solo che non lo fa per difendere gli interessi di chi abita il territorio, ma sta dalla parte del profitto.
Ed è recalcitrante perché gli affari vengono prima della tutela della comunità.
Dunque ritiene che vi potrebbero essere interessi collegati tra politica locale e imprenditori del rifiuto. Avete provato a rivolgervi alle Istituzioni in maniera diretta
All’inizio, quando ci siamo accorti delle prime anomalie nel procedimento di autorizzazione regionale, abbiamo chiesto la sospensione dell’iter, che invece è andato avanti. In seguito abbiamo diffidato la Regione Lazio e chiesto per tre volte l’archiviazione dell’autorizzazione. Al Governo abbiamo chiesto di esercitare i poteri sostitutivi verso l’Ente regionale per inadempimento. Tutte le istanze che abbiamo presentato sono rimaste senza risposta.
L’attuale Consiglio Comunale di Frosinone non ha mai indetto una riunione pubblica o consiliare sul tema del biodigestore, quando durante la campagna elettorale gran parte dei candidati Sindaci si erano dichiarati contrari. Si è perfino costituita una Consulta dei Sindaci contro il biodigestore, ma non ha promosso alcuna azione politica. Anche l’attuale Sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli, non era favorevole, ma dopo la sua elezione non ha organizzato nessun incontro informativo o adottato un atto politico in tal senso.
Le Istituzioni pubbliche sono insonorizzate e non sentono la voce dei cittadini. Stesso discorso per i partiti politici e le forze sociali. Discorso a parte è quello di associazioni nazionali che adottano “due pesi e due misure” o altre che, potendo, hanno scelto il silenzio.
Negli ultimi 20 anni ci sono state molte denunce, processi, avvisi di garanzia, inchieste e prescrizioni. È di questi giorni la notizia dell’indagine “Una goccia nel deserto” sul traffico illecito di rifiuti, partita proprio da Frosinone, mentre è arrivata la condanna in primo grado per la ex dirigente della Regione Lazio e l’imprenditore Valter Lozza per reati connessi al ciclo dei rifiuti.
A che punto è adesso la vostra lotta e in che fase si trova il procedimento regionale che approverà o archivierà il progetto?
Ci sono ancora alcune importanti prescrizioni non ottemperate da parte della società, come la condotta per lo scarico e la caratterizzazione del suolo, ai fini della bonifica, dove sorgerà il biodigestore.
L’ultima recente novità viene dalla Regione che, dopo oltre 4 anni di rinvii, deroghe e proroghe concesse al proponente, solo ora ha intimato alla Maestrale, come indicato dal Ministero, di procedere subito all’attuazione del piano di caratterizzazione ed alla verifica dello stato delle matrici ambientali, fornendone gli esiti alla Regione. Altrimenti alla prossima e ultima Conferenza di servizi, da tenersi entro il 10 luglio, se non avrà adempiuto ai suoi doveri legali, il procedimento potrebbe essere archiviato. Ma questo il Comitato NO Biodigestori a Frosinone-Valle del Sacco l’ha chiesto appena scaduti i termini di legge, cioè dopo 120 giorni dal suo inizio, e sono passati più di 4 anni! Tutto questo tempo è davvero anomalo e la procedura seguita è irrituale.
La Maestrale srl, insomma, ha avuto una incomprensibile dilazione dei tempi per mettersi in regola da risultare sospetta.
Come sempre saremo presenti in Conferenza di servizi per capire cosa accadrà.
La parola “biodigestore” non sembra nascondere minacce per l’ambiente, anzi, pare alludere ad un processo quasi spontaneo.
Anche quando si parla di “economia verde” o green economy, di polo logistico, di termovalorizzatore invece di inceneritore sembra si parli di grosse svolte in senso positivo per gli ecosistemi, ma spesso non è così. Sono espedienti per non far percepire la pericolosità che c’è dietro le parole. I comitati ormai non cadono nella trappola del linguaggio, l’attenzione è massima, ma lo stesso non si può dire dell’opinione pubblica, alla quale tutto questo viene prospettato promettendo la valle verde del “Mulino Bianco”.
La stampa ha le sue responsabilità, molto spesso asservita ai poteri economici e politici. Ringraziamo la vostra redazione per averci dato la possibilità di esprimerci liberamente.
Insomma, la storia è sempre la stessa, e al di là delle ragioni delle parti in campo, la classe politica dovrebbe almeno prestare attenzione alle richieste di discussione dei cittadini mentre questi ultimi si rivolgono alla stampa indipendente per denunciare i loro problemi, rivendicazioni e il senso di impotenza davanti alle istituzioni.
NOTE:
[1] https://www.internazionale.it/reportage/marina-forti/2016/07/05/inquinamento-valle-sacco-rifiuti-tossici
[2] https://www.frosinonetoday.it/attualita/inquinamento-ceccano-frosinone-sforamento-livelli-pm10.html . Qui il bollettino giornaliero Arpa Lazio: https://www.arpalazio.net/main/aria/sci/qa/misure/PM10.php
𝕍𝕒𝕝𝕝𝕖 𝕕𝕖𝕝 𝕊𝕒𝕔𝕔𝕠, 𝕝𝕒 𝕤𝕡𝕖𝕔𝕦𝕝𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕤𝕚 𝕗𝕖𝕣𝕞𝕒
𝕍𝕒𝕝𝕝𝕖 𝕕𝕖𝕝 𝕊𝕒𝕔𝕔𝕠, 𝕝𝕒 𝕤𝕡𝕖𝕔𝕦𝕝𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕤𝕚 𝕗𝕖𝕣𝕞𝕒 In attesa della conferma ufficiale dell'archiviazio...